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      Ora io voglio dimenticare il passato e bandire ogni sentimento d’odio e d’acerbità, leggendo la Bibbia e imparando a condurre una vita buona e onesta.
      — E quando saremo giunti al Canada, — disse Elisa — io potrò esserti di qualche aiuto. So cucire discretamente, lavare e stirare: fra tutti e due potremo guadagnarci da vivere.
      — Sì, Elisa, e saremo felici, perché uniti. Oh, Elisa, se tutti potessero comprendere quanto è dolce ad un uomo il sentire che sua moglie e suo figlio gli appartengono! Io mi sono spesse volte maravigliato nel veder coloro che hanno il possesso intero e assoluto della loro moglie e dei loro figli prendersi briga e affanno d’altra cosa! lo mi sento ora ricco e forte, quantunque noi non abbiamo altra ricchezza che le nostre braccia; null’altro mi sembra di aver da chiedere a Dio. Sì, io lavorai con infaticabile ardore tutti i giorni della mia vita, e giunsi all’età di venticinque anni senza possedere un quattrino, senza avere un tetto da ripararmi né un palmo di terra mia; ma se io posso restar libero, non proverò che contentezza e gratitudine. Lavorerò, e manderò il denaro per riscattare te e il nostro figliuolo. Quanto all’antico mio padrone, egli fu pagato a venti doppi col mio lavoro, di quanto spese per comperarmi; nulla più gli devo.
      — Ma non siamo fuori d’ogni pericolo, — disse Elisa — non siamo ancora al Canada.
      — È vero, — riprese Giorgio — ma mi sembra già di respirare un’aria libera che mi accresce forza. —
      In quell’istante s’udirono alcune voci nella stanza attigua, che discorrevano vivamente, e si sentì bussare all’uscio.


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La capanna dello zio Tom
di Harriet Beecher Stowe
Editore Salani Firenze
1930 pagine 624

   





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