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      Il cavallo di Michele non la cede a nessun altro per velocità, e può raggiungerci facilmente, quando vi sia pericolo. Poi io mi reco ad avvisare Gim e la vecchia che si tengano pronti, e a vedere se i cavalli sono anch’essi preparati. Noi possiamo sperare di giungere alla prossima stazione, prima che coloro si mettano sulle nostre tracce. Dunque abbi coraggio, amico Giorgio: non è questa la prima volta che io sono implicato in faccende di questo genere. —
      Ciò detto, Finea si chiuse la porta dietro.
      — Finea è un uomo molto accorto; — disse Simeone — egli farà per quattro in tuo vantaggio.
      — Quello che mi attrista di più, — disse Giorgio — è il pericolo a cui vi esponete.
      — Parliamo d’altro, amico Giorgio; la nostra coscienza c’indica la via che dobbiamo tenere, né possiamo operare altrimenti. Suvvia, madre, affretta i tuoi preparativi: — soggiunse voltandosi a Rachele — non bisogna lasciar partire questi amici a digiuno. —
      Mentre Rachele e i suoi figli mettevano nel forno i biscotti, cocevano il prosciutto e i pollastri e preparavano quant’altro occorreva, Giorgio e sua moglie, soli nella loro cameretta, discorrevano fra loro e confondevano le loro lacrime pensando che potevano in breve esser per sempre separati.
      — Elisa, — diceva Giorgio — tutti coloro che hanno amici, case, terre e denaro non possono amarsi quanto noi ci amiamo, noi, che null’altro abbiamo di bene se non l’amor nostro reciproco. Prima di conoscerti, io non ero stato amato da alcuno fuorché dalla mia povera madre e da mia sorella.


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La capanna dello zio Tom
di Harriet Beecher Stowe
Editore Salani Firenze
1930 pagine 624

   





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