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      «Come son eglino stati distrutti in un momento? Come son venuti meno, e sono stati consumati per casi spaventevoli?
      «Son come un sogno, dopo che l’uom s’è destato, o Signore; quando tu ti risveglierai, tu sprezzerai la lor vana apparenza...
      «Ma io sono stato del continuo teco: tu m’hai preso per la mano destra.
      «Tu mi condurrai per lo tuo consiglio, e poi mi riceverai in gloria...
      «Egli m’è buono d’accostarmi a Dio: io ho posto nel Signore Iddio la mia confidenza.»
      Queste parole di verità, pronunziate dalla voce solenne di un buon vecchio, penetravano come una musica sacra nell’animo turbato di Giorgio.
      Alla collera che gli fiammeggiava in viso poco prima, era succeduta un’aria di sommissione e di mitezza.
      — Se non vi fosse altra vita che questa nel mondo, o Giorgio, — riprese a dire Simeone — tu potresti domandar con ragione: «Dov’è Dio?» Ma i poveri e i disprezzati di quaggiù sono spesso da Lui destinati a popolare il suo regno. Poni dunque ogni fiducia in Dio, e, quantunque dura sia la tua sorte sulla terra, tutto andrà bene altrove. —
      Se queste parole fossero state dette da qualche predicatore di facile eloquenza avvezzo a spacciare divoti fiori di rettorica per uso di coloro che gemono nell’infelicità, forse non avrebbero prodotto grande impressione; ma venendo dalla bocca di un uomo che ogni giorno si esponeva ad una multa o alla prigione per la causa di Dio e dell’umanità, avevano una forza prodigiosa, e i due fuggitivi ne trassero nuova calma e vigore.
      Rachele prese affettuosamente per la mano Elisa e la condusse alla tavola della cena.


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La capanna dello zio Tom
di Harriet Beecher Stowe
Editore Salani Firenze
1930 pagine 624

   





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