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      — Ma questi buchi nella carta non sono necessari!
      — Anzi, sono comodissimi per poterle scegliere più presto.
      — Ma in tal modo le erbe si spargono nel cassetto!
      — Lo credo anch’io, se la signora scompiglia tutto a questo modo! — rispose Dina avvicinandosi un po’ confusa alla fila dei cassetti. — Se la signora volesse andarsene e lasciarmi tempo di far rimettere in ordine la cucina, ella ritroverebbe ogni cosa al suo posto; ma finché le signore mi stanno intorno, io non posso far nulla. Ehi, Sam, perché dai quella zuccheriera al piccino? Bada che...
      — Io metterò in ordine questa cucina, e spero che voi, Dina, la manterrete.
      — Signore Iddio, miss Ofelia! È questa una faccenda che riguardi le signore? Non ho mai veduto una signora far di tali cose; né la mia antica padrona, né miss Maria le hanno mai fatte, almeno, né vedo che bisogno vi sia di farle. —
      E Dina cominciò a camminare per la cucina con un piglio di maestà sdegnata, mentre miss Ofelia metteva in ordine i piatti, vuotava in un solo recipiente lo zucchero diviso qua e là in una dozzina di vasetti, riuniva insieme i tovagliuoli, le tovaglie, i canovacci e li mandava al bucato, lavava, asciugava, assettava tutte le cose con tale rapidità e perfezione, che Dina n’era tutta maravigliata.
      — Se le signore del Nord fanno tutte così, vuoi dire ch’esse non sono signore! — diceva sommessamente Dina ai suoi satelliti. — Quando viene il giorno della pulizia generale, qui si vede ogni cosa in bellissimo ordine, quanto in qualsiasi altra cucina; ma non posso tollerare che le signore vengano a ronzarmi intorno e pongano tutte le cose in modo, che io non so più come scovarle.


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La capanna dello zio Tom
di Harriet Beecher Stowe
Editore Salani Firenze
1930 pagine 624

   





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