Pagina (321/624)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Ve lo dirò io. Perché il mio fratello negro è ignorante e debole, e io intelligente e forte, gli prenderò tutto quello che ha, lasciandogli solo ciò che a me piace. Le durezze, le sudicerie, le cose sgradevoli le imporrò a lui. Perché io non mi sento voglia di lavorare, egli lavorerà in vece mia. Perché il sole mi scotta, egli sarà esposto ai raggi ardenti del sole. Egli guadagnerà il denaro, io lo spenderò. Egli si stenderà in tutte le pozzanghere che troverà sulla via da me percorsa, affinché io possa a piede asciutto passarla sopra il suo dorso. Egli farà la mia volontà e non la sua in ogni giorno della sua vita mortale, e non avrà altri mezzi di salire al cielo, tranne quelli che a me piacerà di concedergli. Tutte queste ingiustizie sono corollari di tale istituzione. Io sfido chiunque a leggere il nostro Codice nero, e a trame un diverso costrutto. Si parla di abusi della schiavitù. Che follia! La cosa stessa è la quintessenza di tutti gli abusi. E la sola ragione per la quale non vediamo la terra sprofondarsi sotto il peso di tali iniquità, come Sodoma e Gomorra, è che la schiavitù non viene applicata in tutta la sua estensione. Per compassione, per pudore, perché siamo nati da donna e non da belva, non facciamo uso di tutta la forza che le leggi pongono nelle nostre mani. I più insensibili, i più barbari, non eccedono i limiti della legalità. —
      Saint-Clare s’era alzato, e, come soleva quand’era commosso, camminava a gran passi per la stanza.
      La sua bella faccia classica, simile a quella di una statua greca, raggiava di nobile fuoco.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

La capanna dello zio Tom
di Harriet Beecher Stowe
Editore Salani Firenze
1930 pagine 624

   





Codice Sodoma Gomorra