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      Mio padre riveriva e rispettava sua moglie sopra ogni altra persona, ma avrebbe fatto la stessa dichiarazione anche alla Vergine Maria, se si fosse trovata in opposizione col suo sistema.
      «Spesso io udii mia madre che ragionava con lui e si studiava di risvegliare le sue simpatie; ma egli ascoltava le perorazioni più patetiche con una urbanità ed una freddezza veramente scoraggianti.
      «— Tutta la questione — diceva mio padre — sta in ciò: mi separerò da Stubbs, oppure seguiterò a tenerlo? Stubbs è la puntualità, l’onestà, l’operosità in persona; ha una grande intelligenza degli affari, e quanto all’essere umano lo è al pari di quasi tutti gli altri soprintendenti. No, mia cara, non possiamo pretendere la perfezione, e se io seguito a tenere con me Stubbs, debbo, nel complesso, sostenere la sua amministrazione quand’anche fosse meritevole di biasimo in qualche accessorio. Ogni governo ha i suoi difetti; ma le regole generali sovrastanno ai casi particolari.
      «Tale massima sembrava a mio padre sufficiente scusa per gli atti di crudeltà meno plausibili; e non appena l’aveva proferita, si sdraiava sul sofà come un uomo che ha spedito un affare, e si metteva, secondo i casi, a dormire, o a leggere il suo giornale.
      «Mio padre aveva l’ingegno e la qualità che occorrono a formare un uomo di Stato. Egli avrebbe diviso la Polonia con quella indifferenza medesima con cui divideva un’arancia, e oppresso e schiacciato l’Irlanda con una magnifica impassibilità; e mia madre, da ultimo, dovette cedere, convinta della inutilità dei suoi sforzi.


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La capanna dello zio Tom
di Harriet Beecher Stowe
Editore Salani Firenze
1930 pagine 624

   





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