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      Errore, mia cara, errore. Grazie al cielo, non siamo ancora ridotti a questo punto. Neppure Alfredo, il quale è il più risoluto despota che sia mai comparso nel mondo, assume questo genere di difesa; no, egli si giova altamente e fieramente di questo buon vecchio argomento: il diritto è del più forte. Egli dice, e secondo me non ha torto, che i piantatori americani trattano i loro schiavi in quel modo stesso in cui l’aristocrazia e i capitalisti inglesi trattano le classi inferiori: vale a dire: li fanno servire, corpo e anima, al loro pro. Egli dice non esservi squisita civiltà senza la schiavitù delle plebi, nominale od effettiva che sia. «È d’uopo,» dice «che vi sia una classe inferiore data al lavoro materiale, e una classe superiore, oziosa e ricca, che si sviluppi intellettualmente, allarghi i limiti del progresso, e diventi l’anima, della quale la classe inferiore sarà il corpo.» Questo è il suo modo di ragionare, poiché, come ho già avuto occasione di dirvi, Alfredo nacque aristocratico: mentre io invece non credo una parola di tutto ciò, appunto perché nacqui democratico. —
      Miss Ofelia obiettò:
      — Come si possono mai paragonare tra loro due cose tanto diverse? Il proletario inglese non è venduto, frustato, tolto violentemente alla propria famiglia...
      — Ma, — replicò Saint-Clare — con tutto ciò, il proletario inglese dipende da colui che gli dà lavoro, come se egli ne fosse la proprietà. Il piantatore può far morire lo schiavo refrattario sotto la frusta; il capitalista può far morire il proletario di fame.


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La capanna dello zio Tom
di Harriet Beecher Stowe
Editore Salani Firenze
1930 pagine 624

   





Alfredo Alfredo Ofelia Saint-Clare