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      — disse Cloe, terminando con accento interrogativo e fissando in volto la signora Shelby
      — No, Cloe; è distante non poche centinaia di miglia, — rispose la signora Shelby.
      Cloe rimase grandemente abbattuta d’animo.
      — Non dartene pensiero; colà sarai sempre più vicina a tuo marito. Sì, ti è dato il permesso di partire, e il tuo salario verrà posto da parte fino all’ultimo centesimo per il riscatto di Tom. —
      Come una cupa nube è d’improvviso inargentata da un vivo raggio di sole, così la faccia di Cloe brillò a un tratto di contentezza.
      — Ah, la signora è troppo buona! Io stavo proprio pensando alla stessa cosa; eppoi, non avrò bisogno né di abiti, né di scarpe, né d’altra cosa qualunque. Potrò risparmiare ogni centesimo. Quante settimane vi sono in un anno, signora?
      — Cinquantadue, — rispose la signora Shelby.
      — Tante?... E a quattro dollari per settimana, quanto si viene a fare?
      — Duecentotto dollari.
      — Duecentotto!... — esclamò con aria lieta. — E quanto tempo dovrò lavorare lontana di qui?
      — Dai quattro ai cinque anni, Cioè; ma non avrai bisogno di guadagnar tutto: io v’aggiungerò qualche cosa.
      — Io però non vorrei sentir parlare la signora di dar lezioni, né di cose simili. Il padrone dice ottimamente: ciò non converrebbe affatto. Spero che nessuno della nostra casa sarà ridotto a tal punto, finché io avrò due buone braccia.
      — Non temere, Cloe: io mi prenderò ben cura dell’onore della casa, — disse la signora Shelby sorridendo. — Ma quando pensi di partire?
      — Quando che sia. Samuele è sulle mosse per discendere il fiume coi puledri, e mi ha detto che potrei andare con lui; perciò io avevo già preparato il mio fardello.


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La capanna dello zio Tom
di Harriet Beecher Stowe
Editore Salani Firenze
1930 pagine 624

   





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