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      — Ma non potreste castigarla in un modo che fosse meno vergognoso?
      — E appunto quel ch’io desidero che sia svergognata. Colei si è tanto insuperbita finora della sua bellezza, della sua aria, signorile, che ha dimenticato chi è; ma io le darò una lezione che le abbasserà ben bene l’orgoglio.
      — Ma, cugina, pensate che se distruggete la delicatezza e il sentimento del pudore in una giovane, voi la depraverete ben presto.
      — La delicatezza! — disse con aria di sprezzo Maria. — Bella espressione davvero, trattandosi d’una femmina del suo conio! Io le insegnerò che, con tutto il suo orgoglio, essa non merita più dell’ultima cenciosa che va mendicando per le vie. Oh, la vedrò umiliata, e presto, ve lo dico io!
      — Voi renderete conto a Dio di tanta crudeltà.
      — Crudeltà! Mi piacerebbe conoscere che crudeltà è questa! Io ho scritto un ordine per quindici colpi di frusta soltanto; raccomando perfino che non siano dati con troppa forza. Certamente non vi è in ciò crudeltà.
      — No? — disse miss Ofelia. — Ebbene, io credo che tanto varrebbe l’uccidere qualsiasi donna o ragazza, che il trattarla in tal modo!
      — Ciò può offendere il vostro modo di sentire; ma questa razza di gente c’è abituata. E poi, è l’unico mezzo per sottometterli. Ove si cominciasse a rispettare la loro delicatezza e via discorrendo, ci metterebbero sotto ai piedi, come i miei schiavi hanno sempre fatto. Ora è mio intendimento di domarli; e già li ho avvertiti che li manderò tutti alla casa di correzione per esservi frustati, se non badano meglio alla loro condotta, — disse Maria guardandosi intorno con piglio severo.


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La capanna dello zio Tom
di Harriet Beecher Stowe
Editore Salani Firenze
1930 pagine 624

   





Maria Dio Ofelia Maria