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      E se voi foste nella necessità di scegliere, fra due o trecento uomini, la persona che dovesse diventar vostro possessore e padrone, forse vedreste, al pari di Tom, quanto siano rari coloro ai quali consentireste di essere consegnato senza timore o sospetto. Egli vedeva individui di una varietà infinita di tipi; ma quasi tutti grossolani e volgari, gente usa a comprar negri come si compra la legna per gettare indistintamente sul fuoco, secondo la convenienza; ma non vide un Saint-Clare.
      Poco prima che cominciasse la vendita, un uomo piccolo, grosso e tarchiato, con una camicia di colore tutt’aperta sul petto e calzoni logori e sudici, si aprì un passaggio attraverso la folla, come chi voglia trattare e concludere presto un mercato, e avvicinatesi al gruppo degli schiavi si pose a esaminarli minutamente.
      Appena Tom lo vide provò un ribrezzo istintivo e indomabile, ribrezzo che crebbe a mano a mano che il lurido uomo gli si andava appressando. Costui, nonostante la sua piccola statura, era evidentemente d’una forza gigantesca. La sua testa di toro, grossa e rotonda, gli occhi bigio-chiari con sopracciglia rosse e vellutate, le guance bronzine, la rada e scomposta capigliatura, non prevenivano in favore di lui. La bocca larga e malfatta era sempre piena di tabacco, il cui sugo veniva ogni tanto gettato fuori rumorosamente e con grande impeto; aveva le mani larghe, pelose, annerite dal sole, chiazzate, e munite di unghie lunghissime e sudicissime.
      Quell’uomo procedette ad un esame scrupoloso degli schiavi che si dovevano vendere.


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La capanna dello zio Tom
di Harriet Beecher Stowe
Editore Salani Firenze
1930 pagine 624

   





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