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      Egli comprese che Dio si frapponeva tra lui e la sua vittima; e bestemmiò Dio!
      Questo povero negro, umile e paziente, che non le ingiurie, non le minacce, non le percosse, non le più orribili crudeltà commovevano, svegliò nell’anima del suo tiranno una voce la quale diceva, simile a quella dei demoni scongiurati dal divino Maestro: «Che cosa c’è fra te e noi, Gesù Nazareno? Sei tu venuto per tormentarci prima del tempo?»
      L’anima di Tom riboccava di amore e di compassione per le infelici creature che lo circondavano. A lui pareva che i dolori della sua vita fossero ormai terminati, e un vivo desiderio l’accendeva di versare dall’anima sua, per sollievo delle loro pene, una parte di quello straordinario tesoro di pace e di gioia largitegli dal Ciclo. Invero le opportunità erano scarse; pure, nell’andare ai campi o nel ritornarne, o durante il lavoro, qualche occasione gli si offriva di stendere una mano benefica agli stanchi, agli avviliti, agli sfiduciati. In sul primo quelle misere creature, logorate e abbrutite dalle privazioni e dai cattivi trattamenti, non lo comprendevano; ma egli non si perdette d’animo e, continuando per settimane e per mesi l’opera sua di pietà, gli riuscì finalmente di far vibrare in quei cuori agghiacciati corde fino allora silenziose. A poco a poco e quasi impercettibilmente, quell’uomo strano, taciturno e paziente, pronto ognora a caricarsi del fardello degli altri, e che a nessuno chiedeva soccorso; che, quando si dispensavano i viveri, giungeva l’ultimo e prendeva la porzione più scarsa, ma era sempre il primo a dividerla con chi ne aveva bisogno; l’uomo che, nelle rigide notti, cedeva la sua coperta lacera a una povera donna che tremava di febbre; l’uomo che ai campi ricolmava il canestro del debole col tremendo rischio di vedere il suo mancante di peso e che, quantunque perseguitato senza posa dal loro tiranno comune, mai prendeva alcuna parte alle maledizioni e alle invettive degli altri, quell’uomo acquistò alla fine su tutti costoro un potere maraviglioso.


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La capanna dello zio Tom
di Harriet Beecher Stowe
Editore Salani Firenze
1930 pagine 624

   





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