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      In questo punto essa lo toccò al braccio, e con viva commozione disse:
      — Sapete da chi vostro padre la comprasse?...
      — Un certo Butles era il venditore, e certo Simone fu quegli, credo, che trattò l’affare; almeno tali nomi erano scritti sul contratto.
      — Oh, mio Dio! — esclamò Cassy, e cadde svenuta sul pavimento.
      Giorgio e la signora De Thoux si alzarono prestamente per darle soccorso, benché non potessero saper la cagione di quel male improvviso, e le si affaccendavano intorno, come quasi sempre avviene in simili casi.
      Nell’ardore della sua umanità, Giorgio rovesciò una secchia e ruppe due bicchieri; e tutte le signore che erano nella sala, udendo che qualcuno si sentiva male, fecero calca all’uscio della cameretta intercettando l’aria quanto era possibile; insomma le cose andarono come vanno di solito.
      Povera Cassy! Quando ella tornò in sé, volse la faccia alla parete e pianse e singhiozzò al pari di un fanciullo.
      Madri, voi sole potreste forse dire a che ella stava pensando! E forse non lo potete nemmeno! Ella diceva a se stessa che Iddio le usava misericordia, e che ormai era sicura di riveder la figlia, come difatti avvenne pochi mesi dopo quando... ma non anticipiamo il corso degli avvenimenti.
     
     
     
     
     
     
     
     
     
      XLIII.
     
     
      EPILOGO
     
     
     
     
      Il resto della nostra storia sarà in breve narrato.
      Giorgio Shelby, mosso da quell’avventura romanzesca non meno che da sentimenti di umanità, consegnò a Cassy il contratto di vendita concernente Elisa. La data e i nomi corrispondevano ai fatti da lei conosciuti, né le lasciarono dubbio alcuno sull’identità di sua figlia.


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La capanna dello zio Tom
di Harriet Beecher Stowe
Editore Salani Firenze
1930 pagine 624

   





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