Pagina (14/258)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Gli uomini lo amavano poco ed egli non avvicinava che coloro cui aveva saputo imporsi.
      Circa dieci anni prima, s'era trovato fra' piedi Emilio Brentani, allora giovinetto, un egoista come lui ma meno fortunato, e aveva preso a volergli bene. Da principio lo predilesse soltanto per la ragione che se ne sentiva ammirato; molto più tardi l'abitudine glielo rese caro, indispensabile. La loro relazione ebbe l'impronta dal Balli. Divenne più intima di quanto Emilio per prudenza avrebbe desiderato, intima come tutte le poche relazioni dello scultore, e i loro rapporti intellettuali restarono ristretti alle arti rappresentative nelle quali andavano perfettamente d'accordo perché in quelle arti esisteva una sola idea, quella cui s'era votato il Balli, la riconquista della semplicità o ingenuità che i cosiddetti classici ci avevano rubate. Accordo facile; il Balli insegnava, l'altro non sapeva neppure apprendere. Fra loro non si parlava mai delle teorie letterarie complesse di Emilio, poiché il Balli detestava tutto ciò che ignorava, ed Emilio subì l'influenza dell'amico persino nel modo di camminare, parlare, gestire. Uomo nel vero senso della parola, il Balli non riceveva e quando si trovava accanto il Brentani, poteva avere la sensazione d'essere accompagnato da una delle tante femmine a lui soggette.
      – Infatti – disse dopo di aver uditi da Emilio tutti i particolari dell'avventura, – un certo pericolo non dovrebbe esserci. Il carattere dell'avventura è già fissato da quell'ombrellino scivolato tanto opportunamente di mano e dall'appuntamento subito accordato.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Senilità
di Italo Svevo (Ettore Schmitz)
pagine 258

   





Emilio Brentani Balli Emilio Balli Balli Emilio Balli Emilio Balli Brentani Emilio