Pagina (113/258)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Del resto pochi giorni or sono ho udito dire ch'ella sia fidanzata di nuovo, ad un sarto mi pare.
      Gli pareva? Oh, non si poteva fare la commedia meglio di così. Ma per farla così, per costringersi ad una finzione tanto accuratamente calcolata e che doveva costargli fatica e dispiacere (perché avrebbe parlato di Angiolina solo quando v'era obbligato?) egli doveva avere ancora dei buoni motivi, dei recentissimi legami con quella donna.
      Il Leardi parlava già d'altro argomento, e poco dopo Emilio lo lasciò. Per allontanarsi addusse di nuovo a pretesto un'improvvisa indisposizione, e il Leardi lo vide tanto sconvolto che gli credette ed anzi gli dimostrò una partecipazione amichevole che costrinse il Brentani a dirgli una parola di riconoscenza. Invece come sentiva d'odiarlo! Avrebbe voluto poter spiarlo almeno per quella giornata; certo sarebbe finito con lo scoprirlo accanto ad Angiolina. Un'ira insensata gli fece digrignare i denti e subito dopo si rimproverò quell'ira con amarezza e ironia. Chissà con chi Angiolina lo avrebbe tradito quel giorno, forse con delle persone ch'egli non conosceva neppure. Come era superiore a lui il Leardi, quell'imbecille privo di idee! Quella calma era la vera scienza della vita. – Sì, – pensò il Brentani, e gli parve di dire una parola che avrebbe dovuto far vergognare insieme a lui l'umanità più eletta – l'abbondanza d'immagini nel mio cervello forma la mia inferiorità. – Infatti se il Leardi avesse pensato che Angiolina lo tradiva, non se la sarebbe saputa rappresentare in un'immagine così piena di rilievo, di colore e di movimento come faceva lui figurandosela accanto al Leardi.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Senilità
di Italo Svevo (Ettore Schmitz)
pagine 258

   





Angiolina Leardi Emilio Leardi Brentani Angiolina Angiolina Leardi Brentani Leardi Angiolina Leardi