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      Ella rispose a mezza voce e con una dura indifferenzaDel resto Amalia aveva ragione. Il Balli doveva almeno qualche volta venire in casa sua. Quella cessazione improvvisa delle visite era offensiva e si capiva che per poter guarire Amalia fosse necessario prima di tutto di toglier l'offesa. Uscì nella speranza di trovare il Balli.
      Fuori, alla porta stessa di casa, trovò la più potente delle distrazioni. Per un caso strano s'imbatté faccia a faccia con Angiolina. Come dimenticò subito la sorella, il Balli e i propri rimorsi! Fu una sorpresa per lui. In quei pochi giorni egli aveva dimenticato il colore di quei capelli che rendevano tanto bionda tutta la figura, gli occhi azzurri che ora veramente guardavano per indagare. Egli le fece un saluto breve che per voler essere freddo fu violento. Nello stesso tempo le aveva sgranati addosso gli occhi sì che, se ella stessa non fosse stata sorpresa e agitata, ella avrebbe potuto averne paura.
      Sì! Ella era agitata. Aveva risposto al suo saluto confusa e arrossendo. Era accompagnata dalla madre e, fatti pochi passi, s'era voltata tanto verso la propria compagna da poter vedere anche dietro di sé. A lui parve di comprendere dagli occhi di lei ch'ella s'attendeva di venir avvicinata, e fu precisamente questo che gli diede la forza di passare oltre accelerando il passo.
      Camminò per parecchio tempo senza meta, per tranquillarsi. Forse Amalia aveva veduto bene e il suo abbandono era stato per Angiolina la più energica delle educazioni. Forse ella lo amava ora!


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Senilità
di Italo Svevo (Ettore Schmitz)
pagine 258

   





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