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      Ella voleva lasciarlo! – Aspetta prima un istante, che ci spieghiamo! – Anche nell'ira enorme che lo pervadeva tutto, egli pensò un momento se non fosse tuttavia possibile di ritornare allo stato di calma rassegnata in cui s'era trovato poco prima. Ma non sarebbe stato giusto di atterrarla e calpestarla? L'afferrò per le braccia per impedirle di andare, s'appoggiò al fanale che aveva dietro di sé e avvicinò la propria faccia sconvolta a quella di lei rosea e tranquilla. – È l'ultima volta che ci vediamo! – urlò
      – Sta bene, sta bene – disse ella occupata soltanto a liberarsi di quella stretta che le faceva male.
      – E sai perché? Perché tu sei una... – Esitò un istante, poi urlò quella parola che persino alla sua ira era sembrata eccessiva, la urlò vittorioso, vittorioso del suo stesso dubbio.
      – Lasciami – gridò ella sconvolta dalla rabbia e dalla paura – lasciami o chiamo aiuto.
      – Tu sei una... – replicò egli che finalmente, vedendola irritata, poteva rinunziare a percuoterla. – Ma credi dunque che io da lungo tempo non mi sia accorto con chi abbia avuto da fare Quando ti trovavo vestita da serva, sulle scale di casa tua rammentò quella sera in tutti i particolari – con quello scialle grezzamente colorito sulla testa, le braccia calde di alcova, pensai subito la parola che ora t'ho detta. Non volli dirtela e giuocherellai con te come facevano tutti gli altri, Leardi, Giustini, Sorniani e... e... il Balli.
      – Il Balli! – rise ella urlando per farsi udire attraverso al rumore del vento e della voce d'Emilio.


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Senilità
di Italo Svevo (Ettore Schmitz)
pagine 258

   





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