Pagina (74/444)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

     
      In biblioteca fece poche conoscenze. Entrava nella lunga sala di lettura tutta occupata da tavoli disposti parallelamente, occupava un posto qualunque e per qualche tempo con la testa fra le mani era tanto assorto nella lettura da non vedere neppure chi accanto a lui sedesse. Dopo un'ora al pił, la lettura affaticante gli ripugnava, per qualche tempo ancora vi si costringeva e cessava quando la mente pił non afferrava la parola che l'occhio vedeva; usciva non appena deposto il libro e dopo quell'ora passata con gl'idealisti tedeschi, gli sembrava sulla via che le cose lo salutassero.
     
     
      VII
     
      Alfonso era venuto in cittą apportandovi un grande disprezzo per i suoi abitatori; per lui essere cittadino equivaleva ad essere fisicamente debole e moralmente rilasciato, e disprezzava quelle ch'egli riteneva fossero le loro abitudini sessuali, l'amore alla donna in genere e la facilitą dell'amore. Credeva di non poter somigliare loro e si sentiva ed era per allora molto differente. Non aveva conosciuto la sensualitą che nell'esaltazione del sentimento. La donna era per lui la dolce compagna dell'uomo nata piuttosto per essere adorata che abbracciata, e nella solitudine del suo villaggio, ove il suo organismo era giunto a maturitą, ebbe l'intenzione di serbarsi puro per porre ai piedi di una dea tutto se stesso. In cittą quest'ideale perdette ben presto qualunque influenza sulla sua vita per non vivere che nel suo proposito, un proposito vago che non aveva forza che quando non c'era bisogno di lotta.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Una vita
di Italo Svevo
pagine 444