Pagina (114/444)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

     
      Ballina non volle andarci. Non aveva dei dubbi lui:
      — Gesù non si deride, i suoi vicari sì. Quando arrivò Sanneo andai a salutarlo perché sapevo che ci teneva e che non era tanto furbo da poter capire che io altro non facevo che un passo diplomatico. Il signor Maller deve pur avere qualche cosa in testa per poter essere il padrone di noi tutti ed io non mi permetto di scherzare con lui.
      Alfonso rimase indeciso per tutto un giorno. Aveva dimenticato di chiedere consiglio a Macario che con una sola parola gli avrebbe tolto ogni dubbio. Tutto quello ch'era dubbio finiva col divenire importante per Alfonso. Andando temeva di seccare Maller e che glielo dimostrasse, e non andandoci, che la sua assenza venisse notata come una mancanza di riguardo.
      Stava per uscire dalla banca rimandando la difficile risoluzione al giorno appresso, allorché questa gli venne resa più facile da parecchi impiegati che attendevano in corridoio di poter entrare da Maller per salutarlo. Rapidamente deciso si unì a loro.
      Il vecchio Marlucci, un toscano che parlava sempre del governo granducale rimpiangendolo, uscì dalla stanza del principale. Sessantenne e seduto da una ventina d'anni dietro a un libro maestro, era l'amico intrinseco di Jassy. Venivano e andavano insieme riuniti dalla medesima sventura, la debolezza alle gambe; ma mentre Jassy aveva anche il cervello vacillante, le mani deboli, nervose, il toscano aveva l'occhio nero tranquillo, la parola sempre limpida, precisa. Schierava giornalmente nel suo libro la data quantità di cifre nitide, ordinate e nel suo libro non c'erano altre correzioni all'infuori di quelle rese necessarie dagli errori delle altre sezioni.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Una vita
di Italo Svevo
pagine 444

   





Sanneo Maller Macario Alfonso Maller Maller Marlucci Jassy Jassy