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      Era naturale che il lavoro accanito di ogni giorno avesse terminato col togliere a Fumigi ogni altro desiderio.
      — Credo non abbia più inclinazione che a quelle matematiche il cui risultato si possa toccare con mano. Conserva il suo aspetto da matematico perché non dev'essere disaggradevole di venir considerato quale il futuro scopritore della quadratura del circolo.
      Frequentava le serate di Annetta un giovinotto medico, certo Prarchi, uscito recentemente dall'università, uno dei pochi a questo mondo appassionati del proprio mestiere e non dell'altrui, diceva Macario. Era una conoscenza fatta in un luogo di bagni e Annetta, per quel poco buon senso artistico di cui va a me debitrice, ama di sentir parlare di cose realistiche e quindi di medicina. Il giovinetto ha un grande difetto, l'esagerazione delle sue qualità. Parla tanto volontieri di medicina che talvolta parla anche di dosi. Annetta mi confidò, e questo resti fra di noi, che tutta questa compagnia di brave persone l'annoia. L'anno scorso quando aveva amicizia intrinseca con altre persone che valevano meno ma che vivevano meglio, la casa, bisogna confessarlo, era più allegra.
      Giunti sul pianerottolo, udirono il suono del pianoforte. Macario chiese a Santo chi sonasse.
      — La signorina Annetta! — e rispondendo come al solito più di quanto gli si chiedesse: — Da un'ora circa!
      — Oh! ammirabile la pazienza di quei signori! — esclamò Macario rivolto ad Alfonso. Chiese a Santo chi ci fosse.
      — Non c'è nessuno!
      — È mercoledì quest'oggi?


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Una vita
di Italo Svevo
pagine 444

   





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