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      Gli occhi poco neri! I capelli non abbastanza ricciuti! Annetta aveva una figura da Venere e quella testa con gli occhi azzurri, tranquilli, i capelli lisci quasi modestamente, era la testa dell'intelligenza. Un bacio su quelle labbra che non sembravano capaci di corrispondervi doveva essere tanto più delizioso!
      Quando al mercoledì susseguente s'imbatté in Macario il quale per incarico di Annetta gli fece i più forti rimproveri perché aveva mancato la settimana prima, Alfonso trasalì dalla gioia. Veniva cercato, chiamato.
      Poi anche Annetta gli fece dei rimproveri, dolcemente. Gli disse che Macario le aveva raccomandato di non intimidirlo:
      — Altrimenti la sgriderei. Ha proprio da essere timido anche con me? Le faccio paura?
      Queste gentilezze lo commossero però meno di quelle ch'ella gli aveva fatto pervenire per mandato. Avendola dinanzi agli occhi dimenticava i suoi sogni. Ella era tutta intenta alla formazione della sua società letteraria e la sua naturale freddezza, che nel ricordo poteva pigliare l'aspetto di qualità secondaria, là invece era imponente e dava il colore a tutte le altre qualità sue. Non era una donna quando parlava di letteratura. Era un uomo nella lotta per la vita, moralmente un essere muscoloso.
      Si stava bene in quel salotto specialmente perché fuori era scoppiata veemente la bora che in poche ore aveva spazzato via ogni ricordo dell'estate.
      Alfonso e Macario trovarono Spalati venuto poco prima; Fumigi e il dottor Prarchi vennero subito dopo.
      Il dottor Prarchi fece deviare il discorso dalla letteratura ove era caduto, raccontando del suicidio di un cassiere ch'essi tutti avevano conosciuto.


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Una vita
di Italo Svevo
pagine 444

   





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