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      Per quanto avesse voluto simulare freddezza, la sua gioia doveva essere trasparita e Macario era uomo capace di descriverla con esagerazioni ad Annetta. Lo vedeva riferire qualche frase sollevando quella sua mano talvolta più maligna della sua lingua e si figurava che bastasse per togliergli l'amicizia di Annetta, conquistata con tanta fatica. Si rammentava come era stato trattato quell'impiegato che aveva osato di corteggiare Annetta.
      Anche quegli otto giorni furono poco aggradevoli, perché il timore di venir tacciato di poca delicatezza gli tolse la gioia dell'improvvisa amicizia di Annetta. Aveva atteso inutilmente di giorno in giorno qualche comunicazione da Macario in risposta alla domanda che gli aveva fatta; dunque costui non si curava neppure di celare il suo malvolere! Sembrava lo evitasse, perché in tutta la settimana non gli riuscì di vederlo.
      Si recò da Annetta ansioso di apprendere come si fosse contenuto Macario; lo avrebbe appreso dall'accoglienza che gli sarebbe stata fatta.
      Era adunata nel tinello tutta la compagnia composta di Fumigi, Spalati, Prarchi e Macario, e vi rimase per una mezz'ora anche Maller. Macario salutò Alfonso con un sorriso non cattivo, Annetta gli strinse la mano con calore. La sua amicizia non era diminuita dall'ultimo mercoledì. Alfonso venne portato improvvisamente ad altre idee ma non poté neppure gioire di essere stato tolto alle sue preoccupazioni perché la presenza di Maller lo disturbava, per quanto ne avesse avuto una stretta di mano amichevole per saluto.


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Una vita
di Italo Svevo
pagine 444

   





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