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      Avevano anzi il desiderio di rivolgersi la parola di spesso come due persone che ad ogni istante bramano di rammentarsi che non si tengono più il broncio.
      — Un paio di parole di prefazione! — disse Annetta con qualche gravità. — Vorrei spiegarle il metodo che penso si dovrebbe seguire nel lavoro per non lasciarvi troppo chiare le traccie di due menti, di due intenzioni differenti. Naturalmente che prima di tutto bisognerà far sì che le due intenzioni sieno meno differenti che sia possibile. Sarà la cosa più difficile, ma con qualche concessione da una parte e dall'altra credo che ci si arriverà. In quanto al metodo, bisognerà semplicemente dividere il lavoro.
      Con mano nervosa tracciò dei cerchi sulla carta che aveva dinanzi per render chiara quest'idea della divisione. Aveva però delle esitazioni, almeno essa lo asseriva, per spiegare come la divisione dovesse venir fatta nel caso concreto, perché temeva che la parte ch'ella gli riserbava fosse trovata da lui inferiore di troppo.
      — Dica senza riguardi, — le disse Alfonso con un sorriso e arrossendo, — di lavorare m'importa assai, ma non tanto da farmi dimenticare ch'è già un onore per me di essere stato chiamato a suo collaboratore.
      Il complimento non era stato detto male e Annetta ringraziò.
      — Ecco, ella ha idee buone, questo lo sappiamo, e a lei daremo da proporre e sviluppare idee. Io che conosco meglio la società farò il dialogo e farò la descrizione. Ella visse già sempre fra libri.
      Anche quest'osservazione era stata fatta per consolarlo di avergli negato la conoscenza della società. Molto lusingato, Alfonso accettò la proposta.


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Una vita
di Italo Svevo
pagine 444

   





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