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      — È fatto tutto di un pezzo!
      Con questa espressione critica si entusiasmò perché sapeva che le cose fatte tutte di un pezzo meritavano lode, e ad Alfonso il cuore batté più leggiero.
      — È però grigio, molto grigio. Chi vuole che legga volentieri queste filze di pensieri senza interruzione e senza ornamento? E poi ella racconta troppo poco; descrive continuamente anche quando crede di raccontare. Con questa premessa come faremo noi a andare avanti? C'è descrizione per mille parole e racconto per una, mentre era preferibile che fosse viceversa. Era più importante di esporre la base del romanzo, le prime idee di Clara al matrimonio con quell'industriale e il vecchio amore di costui per essa, che di descrivere quel salotto che il lettore non ha più da rivedere e dare tanti particolari sull'infanzia di Clara.
      Gli lesse il suo lavoro. Evidentemente per un gentile riguardo, qualche parola, qualche frase di Alfonso era conservata, ma parole e frasi tanto poco importanti ch'egli non seppe essergliene grato; precisamente quelle parti di cui più gli sarebbe importato non avevano trovato grazia.
      Finito di leggere, Annetta lo guardò in attesa di un entusiastica approvazione, mentre ad Alfonso con grande sforzo riuscì di mormorare una lode che fu troppo fredda. La diminuì ancora, perché non sapendo nascondere il dispiacere di aver lavorato tanto, inutilmente e non trovando prontamente una via per dare sfogo a questo dispiacere senza offendere Annetta, quando gli sembrò di averla trovata la batté risolutamente non curandosi di esaminare prima dove andasse a finire.


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Una vita
di Italo Svevo
pagine 444

   





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