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      Dimostrando disprezzo per le forme esteriori, gli era lecito di trascurarne qualcuna, e poi non era il culto di tali forme che Annetta esigeva. Occorreva saper dimostrarle a tempo debito un briciolo di ammirazione o di entusiasmo.
      Erano le serate più divertenti quelle in cui del romanzo nulla affatto si parlava, ma Alfonso s'accorse che a lungo andare la lentezza nel lavoro poteva dispiacere ad Annetta. Ne venne avvisato anche da Francesca che una seconda volta dimostrò di volerlo dirigere nella sua relazione con Annetta.
      Lo accolse essa una sera, Annetta essendo ancora nella sua stanza.
      — Non ha fatto nulla neppur oggi? — gli chiese con accento di rimprovero. — Badi che Annetta facilmente s'impazienta.
      Per combinazione quella sera aveva fatto qualche cosa. Comprese l'importanza dell'avvertimento e se lo tenne per detto: da allora, e per parecchio tempo, ogni sera portò qualche prova di aver lavorato o pensato per il romanzo.
      Ciò gli riusciva più che mai difficile. Alla banca aveva molto da fare. Aveva ora sulle spalle quasi tutto il lavoro di Miceni, così che quotidianamente c'erano furie di lavoro alle quali a fatica giungevano a bastare lui ed Alchieri. Sentiva più forte il bisogno delle lunghe passeggiate e poi di riposo.
      La prima volta che gli accadde dopo la raccomandazione di Francesca di dover recarsi da Annetta senza apportare una sola pagina di scritto, quantunque venisse accolto da Annetta col solito gentile sorriso, temette ch'ella nascondesse l'ira di cui aveva parlato Francesca e, punto rassicurato, credette di esser congedato improvvisamente e per sempre.


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Una vita
di Italo Svevo
pagine 444

   





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