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      Non gl'importava che Miceni credesse ch'egli fosse amato da Annetta, ma gli doleva profondamente che anche un solo uomo ritenesse che l'amato fosse altri. Diceva con calma visibilmente forzata ch'egli conosceva Fumigi e che non credeva che amasse Annetta. Allora anche Miceni perdeva la calma:
      — Per qual ragione vorresti che io venga a dirtelo se non fosse vero? Informati. In città lo sanno tutti all'infuori di te.
      S'accalorava altrettanto lui per affermare quanto Alfonso per negare; ma Alfonso, quando s'accorgeva d'essere distante di troppo dalla sua parte d'indifferente, tagliava corto alla discussione dichiarando che la cosa poteva comportarsi come voleva, che a lui non importava niente. Le parole erano energiche, ma troppo, e l'aspetto del volto e il suono della voce tutt'altro che da indifferente.
      Lieto come se avesse apportato una buona notizia, Miceni gli raccontò che Fumigi e Annetta si fidanzavano. Alfonso si mise a ridere calmo e questa volta sinceramente calmo.
      — Ero ieri a sera in casa di Maller e me ne avrebbero prevenuto se fosse stato vero.
      — Non è ancora ufficiale; ma probabilmente, mentre qui parliamo, Fumigi entra per la prima volta in casa di Annetta quale sposo.
      La sua voce era divenuta subito acuta come se la tranquillità di Alfonso lo avesse offeso.
      Alfonso non si degnò di discutere. La sera innanzi Annetta lo aveva trattato anche meglio del solito. Gli aveva raccontato della sua fanciullezza, della vita di collegio ove era stata mandata alla morte della madre.


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Una vita
di Italo Svevo
pagine 444

   





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