Pagina (200/444)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      S'era messo a discorrere furiosamente e Alfonso provava difficoltà a seguirlo, perché la pronunzia di Fumigi era fosca e poco precisa. Quando costui si accorse di non venir compreso, adirandosi si mise a gridare per divenire più esatto.
      — Capisco, capisco! — disse Alfonso spaventato.
      Fumigi gli raccontava dei suoi studî di meccanica. Aveva inventato un locomobile con il quale si risparmiava il settantacinque per cento di combustibile. Non era ancora sicuro del fatto suo perché gli mancava il mezzo per poter misurare con precisione il consumo di gas. Era una macchina a pressione d'aria.
      — Sono pur disgraziato di mancare... di quel mezzo... per misurare... In teoria sono sicuro...
      Alfonso, che di meccanica nulla sapeva, tanto per dimostrare che prendeva interesse a quanto gli veniva raccontato gli chiese:
      — Perché non si serve di un gazometro?
      L'altro lo guardò stupefatto:
      — Proverò, — masticò. — Lei va ancora dalla signorina Annetta?
      Pronunziava questo nome con tutta indifferenza.
      — Di rado.
      — Io non più perché mi manca il tempo. Tanto... tanto da fare.
      All'orologio della piazza sonarono le nove. Fumigi contò i nove tocchi
      — Già le nove? Devo andarmene.
      Pose la destra mollemente in quella di Alfonso e ritiratala subito la lasciò cadere al fianco. La sua bocca non aveva dato alcun saluto subito di nuovo occupata a masticar e il suo pensiero era già tutto rivolto al luogo ove doveva recarsi: si voltò e trotterellò verso il mare traversando diagonalmente il Corso.
      Quel giorno Miceni e Alfonso non litigarono.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Una vita
di Italo Svevo
pagine 444

   





Alfonso Fumigi Alfonso Annetta Alfonso Corso Miceni Alfonso