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      Infine si mise a singhiozzare disperatamente dichiarando che non aveva creduto giammai di dover accordare la figliuola a persona ch'ella non conosceva. Ella aveva passato una brutta notte e la sua dolce fisonomia di grassa anemica era scomposta; i suoi capelli bianchi in disordine aumentavano il suo aspetto da sofferente.
      Alfonso cercò di calmarla dicendole che il Gralli aveva prodotto in lui ottima impressione.
      Sempre piangendo, ella assicurò che anche a lei lo sposo di Lucia piaceva, e aggiunse che sapeva di aver torto di piangere perché il pianto era di malaugurio per un avvenimento simile. Il dolore era il più forte ed ella si lasciò trascinare a confessargli le speranze ch'ella aveva nutrite dacché egli era entrato in casa. Adesso poteva dirglielo perché non era più possibile che la sua confidenza venisse presa per un attentato e meravigliò Alfonso con la sua sincerità. Però, mentendo, e Alfonso lo sospettò, disse che delle sue speranze Lucia nulla aveva saputo. Fu del tutto e commoventemente sincera quando gli spiegò le ragioni per le quali aveva desiderato di vederlo innamorarsi di Lucia.
      — Lei la conoscevo. Avrei avuto la certezza che quand'anche le cose loro si fossero volte a male, lei avrebbe trovato sempre ancora la pazienza necessaria per trattare sua moglie con dolcezza. In due, così come me lo figuravo io, non si è mai del tutto infelici.
      Alfonso non fu imbarazzato sul contegno da tenere. Più di una volta aveva sentito il desiderio, un desiderio molto platonico, di render felice quella povera vecchia e si credeva ora in diritto di simulare dispiacere di non poter più fare quello che non avrebbe fatto in nessun caso.


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Una vita
di Italo Svevo
pagine 444

   





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