Pagina (245/444)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Le si avvicinò e la baciò sulla fronte. Era un dovere e all'infuori di quell'atto altro egli non trovava. Che cosa doveva dire?
      Ella lo lasciava fare, ma il dolore la vinse di nuovo, pianse ancora una volta e ripeté la sua frase disperata. Non gli disse una sola parola di rimprovero, e ciò provava che relativamente alle circostanze la sua freddezza era abbastanza grande. A lui nulla aveva da rimproverare perché egli aveva fatto quello a cui egli mirava da lungo tempo e ch'ella sapeva essere il suo scopo.
      Alfonso ritrovò finalmente la parola. Le disse di amarla. Per quel bacio avrebbe dato la vita e non poteva quindi pentirsi della sua azione.
      Pur lasciandosi abbracciare ella gridò:
      — Sì, ma non ci vedremo più, mai più!
      Fu allora che per un piccolissimo intervallo di tempo la sua lucida mente si offuscò. Non comprendeva che il passo fatto era irrevocabile e pareva credere potesse venir cancellato da quella sua risoluzione.
      — Come vorrà! — gridò Alfonso ingenuamente.
      Con quella fanciulla che piangeva si sentiva male e se non avesse temuto di spiacerle se ne sarebbe andato subito e magari promettendo di non ritornare mai più. Provava sorpresa al sentirsi così calmo e lontano dal desiderio che dieci minuti prima lo aveva condotto ad un'azione tanto arrischiata.
      Venne Francesca e poté subito comprendere quello ch'era avvenuto perché Annetta non era ancora al caso di celarlo né degnava di provarvisi. Aveva gli occhi rossi dal pianto e guardava con ostinazione nel vuoto; si costringeva a riflessione intensa.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Una vita
di Italo Svevo
pagine 444

   





Alfonso Francesca Annetta