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      Ma con Ballina seppe trattenersi. White abbandonava il giorno appresso la banca, e ne parlò a lui togliendo al fatto i nomi e ogni particolare più concreto. Gli raccontò che un giovane di sua conoscenza aveva corteggiata una ragazza molto più ricca di lui e che veramente di lui non ne voleva sapere, finché, colta in un momento patologico, gli aveva ceduto e mutato di parere per necessità. Il giovane a fatto compiuto esitava ad approfittare della sua cattiva azione per mettersi in circostanze che, lo prevedeva, non potevano di certo dargli la felicità.
      White lo guardò col suo sguardo calmo, non uso ad offuscarsi per le preoccupazioni altrui e rispose:
      — Bisogna conoscere altri particolari. Se il giovine ama la ragazza, l'affare è certamente buono; se non l'ama, pessimo.
      Aveva proprio messo il dito sulla piaga e così, imposto da altri, Alfonso non poté sorpassare senza risposta quel dilemma che già dalla mattina gli torturava il cervello. L'aveva amata ma non sapeva se l'amasse ancora. Era accaduto qualche cosa che avesse dovuto togliergli tale affetto? No, ma non l'amava! Per lui il quesito era sciolto, ma non volle dirlo a White.
      — Se non l'ama, — continuò White, — gli consiglio di togliersi senz'alcun riguardo da qualunque impegno perché è affare sconsigliabile sempre e in tutte le circostanze. Non lo si crederebbe, ma pure ancora esistono a questo mondo delle cose che non si possono vendere.
      Egli parlava gravemente e commosso, ma Alfonso comprese che la commozione non era destata dal quesito ch'egli aveva posto.


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Una vita
di Italo Svevo
pagine 444

   





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