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      — Lo leggerà dopo, — disse con impazienza allorché egli accennò di volerlo aprire subito. — Non so che cosa pensi di me, — ella disse senza rossori e senza esitazioni, — ma la parte d'intermediaria mi è stata imposta; è il meglio che ora, per il bene di Annetta, mi resti a fare. Si deve giungere al più presto al risultato voluto.
      Questo risultato voluto doveva essere il matrimonio; era l'unico sottinteso e quello per nessuna ragione necessario.
      — Annetta dice... — continuò Francesca e già da quest'esordio si comprendeva che alle comunicazioni ch'era stata incaricata di fare avrebbe fatto seguire le proprie considerazioni e i propri consigli. Era evidente che Francesca aveva riflettuto a tutto quanto voleva dirgli e se dopo dimostrò sorprese e dubbî ciò avvenne perché il contegno di Alfonso fu troppo differente da quanto ella avesse potuto prevedere.
      Annetta semplicemente gli faceva ripetere quanto già gli aveva scritto. Non voleva ch'egli avesse a subire degli affronti, voleva che si allontanasse per qualche tempo dalla città acciocché ritornando trovasse tutto regolato. Di nuovo soltanto c'era la comunicazione, ch'ella aveva avuto l'opportunità di parlare con Cellani e che sarebbe stato costui che gli avrebbe dato il chiesto permesso.
      Francesca s'interruppe accorgendosi del mutismo di Alfonso ch'ella interpretò con la sua consueta rapidità:
      — A lei questo piano dispiace? — e con soddisfazione calma aggiunse: — Oh! io lo prevedevo!
      — No! non mi dispiace! — fece Alfonso esitante. Quello che maggiormente lo impensieriva era la paura che Francesca potesse comprendere ch'egli non dedicava alla questione l'interesse che avrebbe dovuto.


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Una vita
di Italo Svevo
pagine 444

   





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