Pagina (263/444)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      — Gli disse che a lui voleva bene, che si rammentava sempre con uguale commozione del villaggio, dell'anno trascorsovi e della madre sua ch'ella aveva amata, tutto questo con la sua voce esile, dolce, ma calma e fredda, incapace di finzione. — Dunque abbia fiducia in me, non parta! — E parlò ancora. Gli disse ch'ella non aveva sentito dolore all'apprendere che Annetta lo amava, perché si trattava di lui, ma che se Annetta si fosse data a quel modo ad altri, ella non se ne sarebbe consolata mai più perché il tutto era potuto accadere soltanto per un suo errore, perché non aveva avuto il coraggio di far intervenire Maller a tagliare la tresca ch'ella sapeva incominciata. — Ho errato, ma, se la conseguenza del mio errore ha da essere il suo matrimonio con Annetta, il mio pentimento è ben piccolo. Mi accade proprio di venir premiata di un errore.
      L'erta era finita. Più che a guardare ove andavano erano occupati ad osservarsi l'un l'altra. Quasi istintivamente Alfonso voleva attraversare la piazza perché tirando dritti si doveva passare per una via molto popolata, ma ella lo fece deviare:
      — La carrozza mi attende là!
      — Ma perché ho da agire contro l'espresso volere di Annetta?
      — Insomma come lei stesso ha detto, è dovere di cavaliere di non lasciare a questo modo il posto. — Ella accettava un argomento che, per leggerezza, poco prima aveva distrutto. — E di più sarebbe da poco accorto.
      Ella gli dava dunque il consiglio di rimanere acciocché non vi fosse pericolo per il matrimonio ch'ella già aveva dato prova di desiderare vivamente.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Una vita
di Italo Svevo
pagine 444

   





Annetta Annetta Maller Annetta Alfonso Annetta