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      Ella agiva inconsideratamente seguendo i primi impulsi.
      Si mise a spiegargli perché ella prendesse tanta parte al suo destino e la voce calma doveva celare una grande agitazione che la portava a tali confessioni.
      — È ben vero che io voglio bene a lei e alla sua famiglia, — incominciò con una freddezza che rendeva ironica la sua frase, — però non è soltanto quest'affetto che mi fa agire. Le conseguenze che devono derivare a me da questo matrimonio sono tali che ne dipende la felicità della mia vita. Ha capito o dubita ancora che i miei consigli sieno dati in mala fede?
      Egli più non ne poteva dubitare; aveva compreso. Nel delirio della notte, Annetta gli aveva confessato ch'era stata dessa a opporsi al matrimonio di Maller e gli aveva anche fatto capire che, accettando lui per marito, non poteva più persistere in quell'opposizione. Francesca dunque aveva il maggior interesse acché questo matrimonio si facesse ed era spiegabile il suo furore al vedere che giunta tanto vicina alla meta, sorgesse qualche cosa di nuovo, imprevisto e irragionevole, a mettere in dubbio la sua vittoria.
      Fu tanto scosso da questa confessione che ancora una volta deviò dal metodo seguito per difendersi: volle convincerla che la sua partenza non poteva essere di pericolo sì grande alla sua relazione con Annetta. Annetta lo amava, gliel'aveva ripetuto su tutti i toni, gliene aveva dato le prove. Perché dunque offenderla dubitando della serietà del suo affetto?
      Ella cessò per la prima dalla lotta. Camminò ancora dieci passi circa oltre la carrozza di cui il cocchiere teneva aperto lo sportello.


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Una vita
di Italo Svevo
pagine 444

   





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