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      — Poi nulla aggiunse e non rispose nulla alla promessa di Alfonso che avrebbe indotto la madre a portare maggior rispetto a chi lo meritava. Il giovine medico era offeso e aveva anche l'intenzione di farlo sentire.
      Ritornato dalla signora Carolina, Alfonso volle convincerla che il dottor Frontini meritava di venir trattato meglio.
      — Ma sì, ma sì — rispose ella annoiata, — lo tratterò meglio, ma poi non due volte al giorno. — E immediatamente dimenticò il medico.
      Non aveva più voglia di dormire altro e passarono metà della notte a fare dei piani per l'avvenire. Ella doveva venir a vivere con lui in città. Per adescarla meglio a sperare, facendole credere nella sincerità delle sue speranze, le descrisse la vita in città cercando anche di abbellirla. Così dovette raccontarle molta parte delle proprie avventure e, visto che ne era la più importante, non seppe omettere completamente tutto quanto si riferiva a quella con Annetta. Raccontò della sua amicizia col vecchio Maller e con Macario e anche come passava le sere a scrivere il romanzo con Annetta. Quest'Annetta che subito diede sospetto alla signora Nitti egli disse essere brutta molto e per di più promessa sposa di un suo cugino; non si poteva trovare meglio l'accento dell'indifferenza.
      In città, in due, sarebbero vissuti felici e comodi perché il ricavato della vendita della casa e dell'orto li avrebbe aiutati. Non sarebbero andati dai Lanucci, gente troppo triste; sarebbero rimasti soli perché volevano vivere allegri. Forse nessuno dei due sinceramente sperava, ma intanto era una bella musica che ascoltavano.


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Una vita
di Italo Svevo
pagine 444

   





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