Pagina (370/444)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Può ancora pentirsi di averla abbandonata, e finché non vi sono state delle brutalità tutto ancora può regolarsi.
      Ad Alfonso spiegò, che, quantunque a lei da principio Gralli non fosse piaciuto, doveva ora dividere le speranze di Lucia perché dalla sua tristezza comprendeva che n'era innamorata.
      In seguito a proposta del vecchio non ne parlarono più, ma non parlarono neppure d'altro.
      Il Lanucci fu il primo a ritirarsi, e mentre camminava, lentamente, appoggiato al braccio della moglie, si lagnava di varî dolori, ma la sua compagna non li sentiva e impaziente lo costringeva a andare innanzi quando si capiva ch'egli avrebbe voluto fermarsi a prender fiato.
      Affaticato prima dal viaggio e poi dal lavoro e dalle agitazioni della giornata, fu una vera felicità per Alfonso potersi stendere nel suo letto. Spense in fretta il lume e si gettò su un fianco respirando profondamente dalla soddisfazione. Sembrava un uomo stanco di godere.
      Dopo aver chiesto pulitamente il permesso, entrò Gustavo.
      — Già spento il lume? Sei molto stanco?
      — Sì! molto!
      Lentamente e con sforzo gli disse ch'era stato ammalato e che la malattia lo aveva lasciato molto debole. Credette che Gustavo si fosse allontanato e fu là là per addormentarsi. Invece, molto vicino a lui, Gustavo parlò lungamente senza chiedere sue risposte. Egli comprese quello che gli veniva detto, ma nella sua stanchezza i fatti che gli venivano esposti non lo sorprendevano. Non si agitava neppure pensando alla sua relazione con Annetta che le parole di Gustavo gli richiamavano alla mente.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Una vita
di Italo Svevo
pagine 444

   





Alfonso Gralli Lucia Lanucci Alfonso Gustavo Gustavo Gustavo Annetta Gustavo