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      Ella non fece delle confidenze, ma parlò come se ad Alfonso avesse già raccontato tutto.
      — Egli crede di soddisfare ad ogni suo dovere verso di me assegnandomi una pensione. — Rizzò il capo con fierezza. — Spero di guadagnare abbastanza fra qualche mese da poter fare a meno anche di quella.
      Entrò Alchieri cantando, lieto della passeggiata fatta. Vedendo la signora si confuse e chiese scusa.
      Erano finite le confidenze tanto bene avviate.
      Alfonso la trattenne ancora alla porta per consigliarle di rivolgersi a Maller il quale doveva sapere ove White si trovasse. La bellezza e la fierezza di quella donna facevano aumentare in lui il desiderio di aiutarla.
      Ella rispose ch'era già stata da Maller e che le aveva dichiarato di non saperne nulla.
      — Essi sono d'accordo, — soggiunse con disprezzo. Poi, forse umiliata di aver destato la compassione che Alfonso le dimostrava, aggiunse: — Del resto non capisco neppur io perché cerchi di avere quest'indirizzo. Non saprei farne altro che lanciarvi qualche insolenza, cosa inutile perché egli deve sapere che cosa gli direi se potessi.
      Alfonso sarebbe rimasto più a lungo commosso da questa strana visita se, andandosene, la signora White, come egli si ostinava a chiamarla, non gli avesse fatto un saluto freddo, non più che cortese e che bastava a dimostrargli quanto poco ella ci tenesse ai suoi conforti.
      Sanneo chiamò Alfonso per ringraziarlo e per chiedergli se durante la sua assenza nulla di nuovo fosse avvenuto.
      Ritornando al suo posto, s'imbatté per la prima volta nel signor Maller.


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Una vita
di Italo Svevo
pagine 444

   





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