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      Avrebbe potuto evitarlo perché Maller che ritornava appena allora dal funerale lo aveva preceduto e si dirigeva alla sua stanza, ma credette di esserne stato visto e non volle lasciar credere di temere quest'incontro. Accelerò il passo, sorpassò Maller e lo salutò inchinandosi; non ne fu sicuro, ma gli parve che Maller chinasse anche lui il capo. Prima d'infilare il piccolo corridoio a sinistra, si volse e vide che Maller stava voltandogli la schiena per entrare nella stanza. Il principale aveva il volto intensamente rosso e Alfonso rimase in dubbio se quel rossore era prodotto dall'agitazione per essersi imbattuto in lui o se era il solito colore alla cui vista egli non era più abituato.
      Da quest'incontro rimase agitato tutto il giorno e dall'agitazione risultò un aumento del suo lavoro. La sua attività stava sempre in rapporto diretto alle inquietudini che gli apportavano le sue relazioni con Maller.
      A mezzodì non osò uscire immediatamente dall'ufficio temendo di vedere di nuovo il signor Maller che a quell'ora andava alla borsa.
      Ballina lo trattenne con le sue chiacchiere. Alchieri aveva detto ad Alfonso che il buon umore di Ballina da qualche tempo era diminuito. L'ex-ufficiale non aveva compreso per bene quale mutamento fosse avvenuto nell'umore di Ballina, ma aveva sentito bene ch'era mutato. Ballina era ancora allegro e rideva molto, ma più volontieri alle spalle altrui e con un po' di veleno. La sua posizione non era peggiorata e non era stato colpito da nessuna sventura, ma si diceva stanco di lottare con la miseria.


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Una vita
di Italo Svevo
pagine 444

   





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