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      Intorno a lui, alla banca stessa, si lottava con un accanimento che gli faceva sentire meglio l'elevatezza della sua posizione, lontana da quella lotta tanto accanita quanto meschina. Erano lotte dal basso tra' fanti per i posti presso i direttori fin su a quella che giusto allora si combatteva per il posto di fondatore e direttore della filiale che la casa Maller stava per stabilire a Venezia.
      Per il posto a Venezia lottavano due vecchi: il dottor Ciappi e il liquidatore Rultini, ambidue persone con le quali fino allora Alfonso poco o nulla aveva avuto da fare.
      Il dottor Ciappi era da pochi anni impiegato della banca Maller. Aveva bensì fatto regolarmente i suoi studî, ma essendo di famiglia povera e non avendo protezioni non gli era riuscito di procurarsi una clientela bastante per viverne, e dopo lunghi anni d'inutili tentativi aveva accettato il posto che gli era stato offerto da Maller, di dirigente dell'ufficio contenzioso e di avvocato della banca. Era un posto che non gli dava l'utile che poteva sperare da quello di dirigente della casa di Venezia.
      Anche Rultini era entrato da Maller già vecchio. Era stato messo al posto di liquidatore più per deferenza ai suoi capelli bianchi che per la sua abilità, ma quello ch'era peggio, e tutti lo sapevano, egli stesso si sentiva insufficiente al suo posto perché poco rapido nel lavoro e mal pratico dei conteggi di borsa. Era la ragione principale per cui concorreva al posto di dirigente a Venezia, perché, la nuova filiale dovendo dipendere in tutto dalla casa madre, quel posto era bensì di fiducia ma non di difficoltà.


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Una vita
di Italo Svevo
pagine 444

   





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