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      I quattro vecchi della banca, Rultini, Ciappi, Jassy e Marlucci, erano stati grandi amici, riuniti dall'età circa eguale essendo spostati fra' giovanetti che invadevano la banca, ma specialmente nota e ammirata era stata l'amicizia fra Rultini e Ciappi. Rultini, linguista di prima forza, aiutava Ciappi quando l'ufficio contenzioso aveva da redigere delle lettere che chiedevano maggior purezza o proprietà di lingua, e in giornate di liquidazione Ciappi era spesso accanto a Rultini per aiutarlo ad attraversare le terribili complicazioni di quella giornata. Ma al funerale di Jassy, il più vecchio dei quattro, si osservò per la prima volta che le due teste bianche si tenevano lontane. Il dottore (per antonomasia Ciappi veniva chiamato così) guardava di nascosto verso Rultini in attesa di essere avvicinato da lui; il professore invece, Rultini (per i suoi studî linguistici, con qualche ironia, veniva detto professore), guardava altrove, duro, impettito. Da allora non scambiarono più una sola parola, il che destò generale sorpresa perché la questione per il posto di Venezia durava già da lungo tempo e da principio i due vecchi avevano affettato anche maggiore amicizia che di solito.
      Ciappi raccontava che c'era stata una disputa alla quale egli non credeva che Rultini avrebbe dato tanta importanza; era scoppiata all'osteria per un motivo futile, una parola detta da lui leggermente, senza malizia. Un giorno, trovandosi nella stanza di Alfonso, provò il bisogno di parlare anche a lui delle sue relazioni con Rultini.


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Una vita
di Italo Svevo
pagine 444

   





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