Pagina (402/444)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

     
      Alfonso gli raccomandò di trattare Gralli con le buone; non era escluso che tutto ancora terminasse bene e sarebbe stato disaggradevole aver offeso un futuro membro della famiglia.
      Allora appena Gustavo si adirò e, parve, con Alfonso; tutto rosso in volto rispose:
      — Con le buone lo tratterò. Gli dirò: Vuoi sposare mia sorella? Se risponderà di sì lo bacerò e lo chiamerò fratello, se di no, lo piglierò pel collo e che si raccomandi l'anima perché gliene lascerò appena appena il tempo.
      La madre riconoscente gli circondò con un braccio il collo e lo baciò. Gli disse però che gli proibiva in tutti i casi di commettere un omicidio perché Gralli non meritava che per lui si avesse a sopportare la galera. Aveva paura la povera vecchia di perdere troppo continuando nella commedia eroica. Gustavo invece infiammato dalle carezze non rispose nulla, ma parve come uomo che avesse fisso il suo proposito e che desse poco ascolto a quanto gli altri andavano dicendo. Alfonso si offerse di accompagnarlo da Gralli ma egli non volle. Il rifiuto fu gentile. Era ben vero che Alfonso apparteneva alla famiglia, ma non tutti lo sapevano.
      Poco dopo l'uscita di Gustavo l'impazienza spinse la signora Lanucci alla finestra ove rimase per un'ora circa ad onta del freddo rigido. Il vecchio andò a coricarsi dichiarando che sapeva che non avrebbe dormito, ma che per la sua malattia abbisognava del caldo del letto. Alfonso si mise a leggere. Il vecchio orologio brontolava lungamente ogni quarto d'ora; non suonava più perché Gustavo gli aveva levato la soneria.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Una vita
di Italo Svevo
pagine 444

   





Gralli Gustavo Alfonso Vuoi Gralli Gralli Alfonso Gustavo Lanucci Gustavo