Pagina (411/444)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

     
      Subito dopo la sua venuta, la giovinetta uscì, facendogli, per unico saluto, un inchino riservato, freddo. La signora gli disse ch'era stato per un malinteso ch'essi di Lucia avevano creduto quella tale cosa. Questo tratto con cui ella lo escludeva dalla loro confidenza era di una freddezza voluta perché la Lanucci era abbastanza intelligente per comprendere che alle sue parole egli non poteva credere; non avevano dunque altro scopo che di ferirlo. Rimasto solo con Gustavo, a sua grande sorpresa trovò che anche costui credeva che la salvezza di Lucia fosse dovuta al suo contegno. Se ne vantava:
      — Quanto non vale una parola messa ragionevolmente a tempo e luogo!
      Fu per malizia che Alfonso lo lasciò per il momento in quell'opinione.
      E neppure il giorno appresso nessuno fiatò della generosità di Alfonso né egli provò il bisogno di parlarne. Non voleva riconoscerlo, ma taceva perché si compiaceva di aumentare la sua generosità; ogni parola fredda dei Lanucci gli dava un'aspra soddisfazione perché tanto maggiore sarebbe stata la loro riconoscenza al riconoscere quanto ingiustamente lo avevano trattato. Avrebbe avuto voglia di ridere quando Lucia, che l'odiava perché due volte gli aveva offerto il suo amore, gli voltava la schiena per dimostrargli il suo disprezzo non maggiore però di quello che aveva per lui la vecchia Lanucci dacché definitivamente aveva abbandonato ogni speranza di potergli appioppare Lucia. Sorrise quando dovette confessarsi che ci teneva tanto a quella riconoscenza da fare delle commedie per accrescerla.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Una vita
di Italo Svevo
pagine 444

   





Lucia Lanucci Gustavo Lucia Alfonso Alfonso Lanucci Lucia Lanucci Lucia