Pagina (433/444)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Aveva fatto una minaccia che aveva spaventato Maller?
      Ma lo credevano dunque un ricattatore! Per questo lo avevano temuto! Sotto il peso di quell'accusa non voleva rimanere! Se egli non agiva, nessuna voce si sarebbe levata in sua difesa! Maller non lo conosceva abbastanza per non sospettare di lui, ed in Annetta l'odio doveva avere mutato il ricordo di lui in modo che non poteva restarne che la figura di un avventuriere qualunque.
      La dimane egli avrebbe chiesto un altro colloquio a Maller e, liberamente esponendo le ragioni che a quell'atto lo costringevano, avrebbe dato le sue dimissioni! Non voleva conservare neppure per un giorno solo ciò che gli veniva lasciato per timore della sua vendetta. — Lei mi odia, — gli avrebbe detto, — è il padrone, e perché mi conserva presso di sé? Mi offende non licenziandomi!
      Questo proposito avrebbe dovuto dargli calma. Andò a casa e volle coricarsi. Mezzo vestito si gettò sul letto; provava ancora il bisogno di sfogarsi sognando. Era deciso! Egli si trovava senza impiego; che cosa avrebbe fatto della sua vita? Con gli studî, anche se fossero stati molto più perfetti che non erano i suoi, non avrebbe potuto vivere; e gli sarebbe stato ben difficile trovare un altro impiego. Di tutte le relazioni annodate in città quali avrebbero potuto servirgli? Soltanto quelle fatte in casa Maller e di queste su una, la più importante, non poteva contare. E si vedeva abbandonato e povero, affamato forse, ed egli si conosceva, alla fame non avrebbe potuto resistere; avrebbe finito collo stendere la mano anche ai Maller chiedendo loro la carità o forse persino li avrebbe minacciati per indurli ad aiutarlo.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Una vita
di Italo Svevo
pagine 444

   





Maller Annetta Maller Maller Maller