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      Non si sarebbe scusato di averla sedotta perché sarebbe stato poco abile. La sua passione lo aveva trascinato e non sapeva pentirsi di un atto che gli aveva procurato la maggiore felicità di cui in sua vita avesse goduto. Lo sapeva per averlo letto: Le donne perdonavano sempre gli omaggi alla loro bellezza e in qualunque modo venissero fatti, magari anche fossero delitti. Poi non avrebbe speso molte parole per rassicurarla sul suo conto, renderla certa che si sarebbe piuttosto lasciato ammazzare che dire una sola parola del segreto che a lei lo univa. Un tanto ella avrebbe dovuto comprendere dal suo contegno senza ch'egli si abbassasse a dirlo. Non le avrebbe detto parole d'amore quantunque sarebbe stato felice di poterle dire che l'amava. Nella sua miseria non sapeva più disprezzare quell'amore. Se soltanto ripensandoci s'era sentito riconfortato da tanto avvilimento! Lasciarne trapelare qualche cosa ad Annetta sarebbe stato pericoloso perché di un innamorato non si può fidarsi per quanto onesto e benevolo si dimostri e tutta la sua cura doveva essere rivolta a celare il nuovo affetto. Doveva apparire quale un innamorato che non tiene troppo rancore per essere stato abbandonato e al quale anzi del suo amore è rimasta una dolce amicizia fraterna. Si sarebbe informato con affetto se essa allora era felice e avrebbe tentato di dimostrare una grande gioia nel caso molto probabile ch'ella avesse assicurato di amare Macario. Poteva invece avvenire ch'ella gli confessasse di non essere felice e si confidasse a lui con abbandono.


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Una vita
di Italo Svevo
pagine 444

   





Annetta Macario