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      Ma già il signor Carini aveva scritto che fra otto giorni sarebbe venuto a riprendere la sua famiglia. Si facevano ora dei complimenti. I Carini non volevano più oltre abusare dell'ospitalità dei Merti e il marito dava ordine alla moglie di prendere delle stanze in un Hôtel per rimanervi tutti insieme per una decina di giorni. Oh! Amelia non avrebbe permesso questo. Almeno finché Bianca sarebbe rimasta in quella città avrebbe dormito con lei e tanto fece e tanto disse che la moglie convinse subito per lettera il marito di accettare l'ospitalità del Merti.
      Per un malinteso il signor Carini capitò inaspettato. Trovò in casa la sola Amelia con Bianca. Era un uomo forte, buono, l'aspetto di un fattore ordinato. Amelia se lo era figurato fine e gentile come la moglie e le figlie e piuttosto le dispiacque. Invece era chiaro che il Carini rimase stupito della bellezza di Amelia. La mestizia aveva resi anche più belli gli occhi azzurri pieni di pensiero e di sentimento.
      La venuta del Carini rese Amelia più triste del solito. Il Carini a cena era facondo e lieto. La moglie osservò di non averlo mai visto tanto lieto e lo disse con accento di gratitudine perché attribuiva l'allegria del marito alla gioia di rivederla.
      Poi la signora Carini andò a mettere a letto Gemma e Amelia, Bianca. La buona bambina pigliò subito sonno. Amelia rimase a contemplarla lungamente. La signora Carini ebbe intanto bisogno di non so che cosa da Amelia e con la famigliarità acquisita durante il lungo soggiorno in quella casa mandò da lei il marito.


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I racconti
di Italo Svevo
pagine 387

   





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