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      Invece Argo quando incontra un altro cane avvicina prudentemente la parte dentata del proprio corpo e quella sdentata dell'altro ed annusa. Sorveglia e subito minaccia. Poi l'altro, se è un buon diavolo, deve dimostrare la sua fiducia e abbandonare il dosso ad Argo che lo investighi tutto. Infine Argo trova equo sottoporsi alla stessa operazione anche lui. La difficoltà sorge quando nessuno dei due vuol essere il primo a concedersi inerme alla visita e si finisce con l'addentarsi. Talvolta anche la visita pur iniziata con una benevolenza reciproca può finir male. E allora è difficile dire perché scoppiò la lotta. Si tratta di un odore nemico che raggiunge improvvisamente il tuo naso e ti sconvolge la mente per l'odio. "Ti trovo infine?" ci si domanda aggredendo con voluttà. E c'è il dubbio che non si tratti proprio di quello lì, ma l'odore è proprio quello: Nemico e spiacevole. E quando c'è l'odore l'errore non è possibile o almeno ci vorrebbe molto tempo per sapere meglio mentre non è prudente aspettare d'essere aggredito. L'odore parla chiaro: Impone di aggredire o anche ti fa prevedere l'imminente aggressione ciò ch'è lo stesso. Quando, poi, si comincia ad addentarsi, i dubbi scompaiono. Forse le ferite giovano alla chiarezza. Il sangue zampillante grida le sue intenzioni.
      Io atterrai, un giorno, un cane e l'avrei strangolato se il padrone non fosse sopravvenuto. Incontrai di nuovo quel cane un giorno che il padrone non c'era e volontieri l'avrei assaltato. Ma egli si gettò a terra con le zampe all'aria ed io lo risparmiai trovando che il suo odore era mutato, ciò che prova che una buona lezione serve anche agli odori.


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I racconti
di Italo Svevo
pagine 387

   





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