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      E questo egli ricordava anche negli anni più tardi. Ricordava la lunga calle tortuosa ch'egli percorreva col piccolo passo rumoroso dei zoccoletti. Aveva 15 cent. in tasca e calcolava che avrebbe potuto spenderne 10 e conservarne 5 per girarli per qualche giorno nella sua tasca. La venditrice nella piccola botteguccia, inforcava gli occhiali e metteva sulla stadera un minuscolo mucchietto di dolci. Già voleva metterli in una carta quando Marianno rapidamente deciso tirava fuori gli ultimi suoi cinque centesimi e faceva aumentare la quantità di dolci. La vecchia stizzita aggiungeva meno di quanto, secondo Marianno, gli sarebbe stato dovuto e allora Marianno discuteva: Dieci centesimi avevano prodotto tanto; cinque dovevano dare la metà in più. La vecchietta aggiungeva qualche altro pezzetto di zucchero e allora Marianno volava a casa aspettandosi a una esplosione di gioia della sua mammina. Essa era la più assennata: Dava qualche pezzettino di zucchero a Marianno e si limitava anche lei a mangiarne pochissimi. Lo slancio di generosità e d'affetto che aveva indotto Marianno all'acquisto dei dolci, nei prossimi giorni diminuiva. Due o tre volte riceveva un pezzettino di zucchero e presto non ce n'era più. Con una certa amarezza Marianno constatava che la sua amica doveva aver finiti i dolci da sola. Poi la mammina s'era abituata sull'esempio della madre a menar anch'essa le mani e Marianno si ribellò. Gli schiaffi che provenivano da mamma Berta gli sembravano abbastanza legittimi; quelli di Adele lo indignavano ed un giorno li restituì con usura.


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I racconti
di Italo Svevo
pagine 387

   





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