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      Essa aveva calcolato su un mese intero di tempo non ricordando che il lavoro di Marianno precedeva di molti giorni quello di Alessandro. Si rimandò la decisione a qualche giorno appresso. Intanto Marianno avrebbe aiutato Alessandro nel suo lavoro. Era però difficile di aiutare Alessandro che con la sua piccola mente era incapace di deviare di un solo movimento dal suo lavoro solito. Finì ch'egli intendeva la collaborazione così: Dava i suoi ordini a Marianno e poi usciva di bottega ma non sempre andava a bere perché Berta non gli lasciava i denari necessari. Così lavorava sempre uno o l'altro in bottega. Ora soltanto Marianno apprese a mettere insieme un barile. Alessandro cercava di dargli delle istruzioni teoriche ma le interrompeva arrabbiandosi con se stesso: «Insomma i barili non devono spandere o almeno non avere dei buchi pei quali possano passare delle collane di perle». E, cessando da ogni istruzione, si metteva a rifare il barile intero. Così passarono gli altri 15 giorni e Alessandro di nuovo apparve di essere colto alla sprovvista. Si congestionò e corse da mamma Berta. Mamma Berta non volle prendere subito una decisione e andò a consultarsi con una sua comare che abitava in una calle vicina. Poi ritornò in bottega ove i due uomini l'aspettavano e comunicò quanto aveva deciso: Per Marianno si sarebbe cercato un altro impiego e Alessandro sarebbe rimasto a bottega a tentare di guadagnarsi "el polentin" facendo dei mastelloni per bucato. Intanto Alessandro e Marianno dovevano andar a comperare un paio di quei barili da petrolio che si segavano in due per fare di quei mastelloni.


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I racconti
di Italo Svevo
pagine 387

   





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