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      Eh! bastava saper trattare con gli operai! Ricordò che anzi alle quattro avrebbe avuto bisogno di Cimutti. Bravin doveva andare ad incassare, Andrea usciva nel pomeriggio con la gondola. Restava perciò in casa il solo Bortolo il falegname e c'era bisogno di spostare delle pezze di panni, lavoro che non si poteva fare che in due. Cimutti disse: «Vado a prendere in casa una goccia di caffè e poi parto subito». Il signor Perini sempre col lasciapassare in mano gli camminò da canto ed ebbe una nuova idea: «Senti» gli disse «se sei qui per le quattro ti pago sei ore di lavoro di più». Furbo era il signor Perini perché se Cimutti doveva passare la notte in Marittima allora il signor Perini avrebbe dovuto pagargli una giornata e mezza. Cimutti ebbe un sorriso che poteva apparire riconoscente e disse: «La ringrazio! Per quanto sta in me, io farò del mio meglio!». E per aggiungere vigore alla sua assicurazione, si ripeté: "Magari!". Si avviarono così uno accanto all'altro alla casa di Cimutti posta di fronte alla casa padronale più piccola ma bella e spaziosa. Era rimasta a Cimutti perché non si sapeva darle un uso migliore. Anticamente il deposito di stoffe era stato ben più grande e in quella casa c'era stato un ufficio complesso. Poi la casa madre s'era trasferita a Roma pur convenendole di lasciare il deposito a Murano ove uno dei soci - il signor Perini - desiderava di rimanere. Il signor Perini aveva passati varii anni su quella parte deserta dell'isola. Nei primi tempi quel soggiorno aveva costituito per lui un sacrificio.


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I racconti
di Italo Svevo
pagine 387

   





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