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      Va subito alla cavana! Che cosa parli dell'acqua che non l'hai ancora vista? sei sempre fatto così, tu! Se avessi potuto fidarmi di te avrei potuto dormire tranquillamente! Ma adesso, poi, che ti ho avvertito, non perdere tempo». E s'infuriò vedendo che Cimutti si dirigeva dalla parte opposta della cavana. «Ebbene! Se non vuoi tirare fuori la barca tu, la tirerò io!». E s'avviava! Cimutti, fu alla riscossa: «Vado a tor el remo sotto la tesa! Nol vorrà miga che voga con le man!». Il signor Giulio fu interdetto: Aveva dato prova di tanta previdenza ed ora gli veniva giustamente rinfacciato di obliare che per movere una barca ci voleva il remo! Cimutti ritornava già dalla tesa col remo sulla spalla col suo passo breve e veloce. Il signor Giulio lo seguì. Era il suo lavoro principale quello di star a vedere il lavoro altrui. Inoltre doveva ora guadagnare tempo. Non voleva destare né la moglie, la signora Anna, né i figliuoli prima delle sette. Egli doveva perdere tempo. Poi ricordò che bisognava levare anche la gondola dalla cavana perché ce n'era bisogno alle 8. Seguì più lentamente Cimutti attraverso il lungo prato popolato da alberelli alquanto deboli. Trovò che Cimutti aveva deviato dalla cavana e s'era recato alla spiaggia. Stava a guardare l'acqua. Vi gettò un fuscello di paglia per vederlo trasportare. «Cala! Cala infatti! Ma come?» e si fece meditabondo quasi avesse voluto provare che il torto era dell'acqua. «Geri sera alle otto la calava...». Il signor Giulio ci si divertiva ai conteggi di Cimutti: «Già, tu hai il calendario dell'acqua in testa!


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I racconti
di Italo Svevo
pagine 387

   





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