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      Il rischio resta nel sogno e il sodo viene nella realtà. Così sognando il rischio lo si vede e prevede meglio e lo si evita. Erlis non ebbe le dure lezioni della realtà. Sognò la rovina troppe volte per aver a subirla. Anche certe abitudini di letterato gli furono utili. Nel listino si scoprono gli affari come nel vocabolario le idee. Eppoi volendo lungamente attentare al capolavoro ci si abitua certamente alle abitudini della formica e quelle sono molto utili negli affari.
      Camminava molto solo le vie come quando correva dietro alle immagini. Aveva nella bellissima moglie una dolce compagna che amava sentirlo parlare dei suoi affari. Da buon letterato non gli diceva mai la precisa verità e perciò l'esposizione dei suoi affari era meno noiosa. Parlandone egli li rivedeva ancora una volta e spesso dopo di averli svisati con la moglie, correva a correggerli avendoli capiti meglio. Ma non è del suo successo che voglio parlare. Volevo soltanto dire che essendo stato molto povero era ora molto ricco e che se ne compiaceva. Non è da credersi che un successo che cambia la vita di una persona dia una gioia di piccola durata. Questa gioia si rinnova ad ogni tratto. Per Erlis la gioia si rinnovava ogni qualvolta poteva salutare dall'alto in basso delle persone delle quali in passato aveva ambito il saluto; ogni qualvolta si vedeva capitare quale petente umile un amico che in passato s'era creduto suo uguale o superiore. Erlis faceva abbondanti carità senz'affatto ricercare la pubblicità. Era un modo di sentire meglio la sua riuscita.


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I racconti
di Italo Svevo
pagine 387

   





Erlis