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      Poi accettò. Erlis era molto insistente e al vecchio venne la curiosità di conoscere quella casa del giovine suo amico ch'egli considerava quale un milionario. Si andò al centro della città. Erlis amava di non perdere del tempo per recarsi ai suoi affari.
      VILE NOVELLE DELLA VECCHIAIA
      E DELLA MORTELa morte
      IErano ritornati a casa alle otto di sera dall'aver accompagnato alla stazione i due figliuoli ch'erano partiti per Roma. Il maschio stabilitosi laggiù era venuto a prendere la sorella che la cognata aveva invitata per un lungo soggiorno di tutta la primavera nella capitale. Erano stati dei giorni lieti in compagnia dei due figliuoli in festa per il prossimo viaggio. Ora i due coniugi si trovavano un po' squilibrati, tanto soli senza quei figliuoli che uniscono e dividono i genitori.
      Roberto sentì che la moglie aveva bisogno di conforto. Avevano ora finito di mangiare e Roberto macchinalmente s'era seduto sulla sua poltrona ove passava di solito una mezz'ora col suo giornale. Poi vedendo che la moglie restava seduta incerta di quello che avrebbe dovuto fare, lasciata improvvisamente tanto inerte dopo una giornata di lavoro intenso intorno ai bagagli della figliuola e in compagnia dei due giovini, lasciò cadere il giornale sulle ginocchia e la guardò. Ecco che ora la sua compagna aveva bisogno della sua compagnia, per la prima volta dopo tanto tempo. La scoperse invecchiata. I suoi capelli ch'erano stati biondi e che tutti ora vedevano quasi bianchi meno lui che continuava a vederci la luce che c'era stata, era la parte della testa illuminata fortemente dalla lampada in alto meglio rivolta a lui.


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I racconti
di Italo Svevo
pagine 387

   





Roma Roberto